Il Castello di Celenza Valfortore

Il Castello o Palazzo Baronale, di epoca aragonese,  è situato nella parte più alta del paese, al centro del rione medievale da cui si dipanano i vicoli lungo i quali si sviluppa la parte feudale del paese. La sua costruzione fu iniziata da Giovanni Gambacorta nel 1467 sui ruderi di un preesistente castello distrutto dal terremoto del 1456.

Castello---Celenza

Le cronache dell’epoca riportano che il 5 e 30 dicembre 1456 si registrarono due eventi sismici violentissimi che causarono morti e distruzioni : “La Celenza fu tutta ridotta in piano insieme colla Fortezza, dove essendo morta la moglie, il fratello, la figliuola e tutta la famiglia, solo rimase il Conte Signore della Città, che si salvò in camicia, e 1200 vi morirono”.

Giovanni Gambacorta e sua moglie Margherita di Monforte iniziarono la ricostruzione del paese. Si deve all’opera dei rappresentanti di questa nobile famiglia la costruzione delle chiese, monasteri, del castello e degli altri edifici storici presenti a Celenza. Prova ne è la presenza  degli stemmi di famiglia su tutti gli edifici ricostruiti. 

lapideIl castello fu completato dal figlio Carlo nel 1519. Ciò è attestato dalla lapide presente sul loggione del Castello: “Carlo, figlio di Giovanni Gambacorta e di Margherita   di   Monforte, portò  a  termine la parte di questa fortezza cominciata e  lasciata  incompiuta  dal padre per sé, i posteri e gli amici. A.D. MCCCCCXVIIII (1519)”.

Annessa al castello è una maestosa torre cilindrica a base scarpata e con cornicione merlato.

In realtà il castello è dotato anche di una  seconda torre. Non si è sicuri, però,  se questa è nata insieme al castello o è stata costruita postuma, ad esempio insieme alla costruzione della adiacente Porta Carlina. Di sicuro aveva un aspetto e funzione diversa dall’altra, visto che nel Tavolario Galluccio del 1702 non se ne fa un descrizione accurata. Di essa si fa menzione in un documento del 1759 ed era sede del carcere. Questa torre nel 1799, durante i moti della Repubblica partenopea,  subì un incendio ed andò parzialmente distrutta.

Celenza - Castello

Durante la “dinastia” dei Gambacorta il Castello fu oggetto di interventi migliorativi:

  • Dopo il 1569 Carlo Gambacorta di Giampaolo fece costruire la Porta, detta “Carlina” in suo onore,  che fa corpo con il Castello;
  • Andrea Gambacorta di Carlo,  esperto di architettura, scultura e pittura, rifece le mura del giardino pensile liberandolo dalle abitazioni che vi erano appoggiate,  completò gli appartamenti del palazzo baronale arricchendolo di pitture ornamentali; che lo trasformarono in una dimora gentilizia

L’ultimo barone che dimorò nel Palazzo  fu Orazio Giliberti che nel 1808 lo vendette  al Notaio Michele Iamele.

Da quel momento,  gli interventi fatti dai nuovi proprietari e dai loro eredi hanno modificato sia internamente che esteriormente l’originaria struttura. Poco o nulla è rimasto degli originari ambienti e arredi. Anche esteriormente, interventi di “modernizzazione” ne hanno ridotto il valore storico e architettonico.

Celenza - Castello 1

Pe r avere un’idea di come fosse il Castello dobbiamo affidarci alla descrizione che se ne fa nel  “Tavolario Galluccio” , “ Apprezzo della  Terra di Celenza e del suo casale di Carlentino nel 1702”:

“Nella parte alta di detta Terra, nel luogo detto il Colle, sta situato il castello seu palazzo baronale. È formato da molti vani con cortile coperto, con stalla capace di sedici cavalli, avanti alla stalla, accosto il muro del castello vi sono tre fosse per riporre il grano. Avanti il portone con ornamento di pietra viva vi sono altre due fosse da riporre il grano. Sotto la torre vi è il carcere. Presso una porta vi è un ornamento di pietra viva, su cui è incisa la seguente iscrizione del 1519 ( La lapide che ora si trova sul loggione aveva quindi, un’altra sistemazione).

portaDa detta porta si giunge alla porta a calatoria, seu seracinesca, e da essa si entra ad un atrio coperto con soffitta di tavole e quadrielli (  L’ingresso del castello era nell’attuale Via Colombo. Dall’atrio interno è possibile vedere l’originario ingresso ora murato). Nel pilastro avanti la cucina vi è un marmo, nel quale vi sta impressa l’arma dei Re d’Aragona con una iscrizione del 1486, che è la seguente:                

A.D.

MCCCCLXXXVI

IN TEMPO DELLA RIBELLIONE DEI GRAN BARONI

CONTRO LA CORONA

FontanaAll’incontro, in un poco di nicchia vi è una testa di marmo che dicono sia la testa di uno dei Marchesi di Celenza (E’ probabile che si tratti della testa che adesso si trova murata nel giardino pensile e che fa da ornamento ad un rubinetto!). A destra del cortile vi è la bocca di cisterna di pietra viva del paese, e nei pressi vi è una stanza grande per uso di magazzeno, dal quale magazzeno sta l’uscita ad un giardiniello murato con alcuni frutti. Il palazzo, fornito di molte stanze ha lateralmente la torre che è alta, ed all’estremo di essa vi è una ghirlanda di tre ordini di gattoni con voltarelle a modo di gettatore. È tutto coperto a tetto, è molto comodo, e serve per l’abitazione del Barone, e da esso non si riceve alcuna rendita”.

Nella Supplica di Gaetano Mazzaccara a Ferdinando IV  del 2 giugno 1759 si dice che il palazzo baronale aveva due torri ed era provvisto di tre logge.

Panorama

Le notizie riportate sono state desunte dal libro del Cerulli “Celenza Valfortore nella cronistoria.

Le animazioni e le ricostruzioni presentate sono solo ipotetiche e fatte quasi per gioco. la disponibilità di disegni o documenti d’epoca renderebbe il tutto molto più pausibile.

Stefano Gesualdi

2 Risposte a “Il Castello di Celenza Valfortore”

  1. Complimenti, sono felice di mostrare (grazie alle vostre ricerche ,)agli amici che non conoscono Celenza la sua storia grazie di cuore

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