L’antica Chiesa di San Giovanni in Piazza

È una delle tante chiese che esistevano a Celenza Valfortore. Nel censimento di Celenza del 5 agosto 1581 è riportato: “ La enumerazione della Terra, che comincia dalla Piazza pubblica nel frontespizio della Chiesa di San Giovanni in Piazza, finisce presso il castello, che volgarmente si chiama lo chiano della Corte”.

P-UmbertoLa chiesa quindi occupava la parte dell’attuale piazza Umberto I che dà verso il “finestrone”. Di origini molto antiche era una delle chiese principali del paese. Dopo la costruzione della Chiesa di Santa Croce ha via via perso il suo ruolo e la sua importanza. Non si sa se è stata demolita o semplicemente abbandonata e caduta per vetustà; sappiamo però che nel 1713, anno in cui fu redatto l’Inventario Orsini, essa più non esisteva: “..che la Chiesa fosse stata in mezzo di questa Terra, nel luogo detto li finestroni, né di questa però presentemente si vedono vestigi alcuni”. 

Nel Libro del Cerulli, a proposito di detta chiesa è riportato: “Verso il 1850 sull’attuale piazza Umberto I, e propriamente un po’ più in dentro della inferriata, vi erano ancora due finestroni in muratura, aventi nel mezzo una nicchia contenente una statua a tutto busto in pietra di San Giovanni in Piazza a ricordo della Chiesa; i finestroni furono demoliti e sostituiti dall’inferriata”.

Le notizie riportate dal Cerulli ci consentono di fare delle considerazioni:

  • Il muro con i finestroni e la nicchia con statua potrebbe essere la parete absidale dell’antica chiesa che quindi aveva l’asse in direzione est-ovest con la facciata rivolta a ovest;
  • Fino al 1850 esisteva una statua in pietra di San Giovanni in Piazza;
  • Il toponimo del luogo deriva dalla presenza dei due finestroni nel muro di cui parla il Cerulli.

In base a quanto riportato dal Cerulli potremmo immaginarci qualcosa del genere.

ricostruzione

C’è un particolare a cui si da poca attenzione e che potrebbe trattarsi dell’unica testimonianza riconducibile alla antica chiesa. Si tratta del frammento di un bassorilievo visibile nel muro di proprietà Montagano, a sinistra dell’ingresso del bar Di Vito.

bassorilievoNel frammento appaiono delle dita, due dadi e una croce. Sembra la descrizione della scena in cui i soldati si giocano a dadi la tunica di Gesù crocifisso. Chiaramente è solo un’ipotesi, ma è da sempre prassi “riciclare” materiali di precedenti costruzioni.

vicoC’è ancora qualcosa che ci ricorda i “finestroni”. Si tratta della denominazione di un vicolo della sottostante Via Vittorio Emanuele. Una vecchissima lapide riporta ” 5° VICO FENESTRONI”. La posizione degli altri, non più esistenti, non la conosciamo. Almeno tre hanno ceduto il posto a nuove costruzioni, mentre uno dei cinque potrebbe essere l’attuale Vico Villafranca.  (Stefano Gesualdi)