Monastero di San Nicola/2

L’ANTICA CHIESA DI SAN NICOLA

Come ricorda la lapide posta sull’ingresso, il monastero nacque sulle rovine dell’antica Chiesa di San Nicola eretta nel 1049. Non esistono documenti relativi alla chiesa, ma grazie al lavoro svolto dal Dr Iacaruso Domenico possiamo ricostruire le varie tappe che hanno portato alla sua edificazione.

Monastero-0La edificazione della chiesa coincide con la seconda fase bizantina. Infatti, dopo la vittoria di Stilo (862) i bizantini, guidati dal catapano Basilio Boiannes, estesero i propri domini su tutta la Apulia fino al Fortore. Questa fase di relativa stabilità politica fu caratterizzata dall’arrivo di monaci e preti di rito greco, favorito dagli stessi dominatori  con l’intenzione di istituire Vescovadi fedeli a Bisanzio.

La presenza di monaci e preti di culto bizantino non era comunque nuova nel territorio. La loro concezione eremitica della vita monastica li portò, a partire dal VI° secolo ad occupare grotte esistenti o scavate ex novo in luoghi difficilmente accessibili  e comunque fuori dai centri abitati. Esempi di grotte, probabilmente utilizzate da monaci-eremiti, sono numerose nel territorio di Celenza. Uno di questi luoghi potrebbe essere proprio quello dove è stata costruita la chiesa. Qui la presenza di numerose grotte, anche comunicanti, fa pensare addirittura alla esistenza di un monastero bizantino (laura bizantina). Una di esse, conosciuta come “Cappella delle monache”, presenta su un lato i resti di un antico luogo di culto (nella piccola nicchia vi era anticamente anche un’acquasantiera).

Se questa ipotesi è corretta, il luogo ove ora sorge il Monastero di San Nicola era già una “laura bizantina”, costituita da una serie di grotte-celle con una comune cappella-cripta di culto greco. Inoltre, la particolare struttura urbana  del rione “Casale”, fuori dalle mura e di chiara impronta bizantina, porta a credere che anche la sua popolazione fosse di cultura bizantina.

In questo particolare momento storico coesistevano, quindi, due nuclei urbani: il “Casale”, fuori le mura e di cultura bizantina, e il nucleo entro le mura di cultura longobarda.

La costruzione in forme grandiose della Chiesa di San Nicola va quindi vista sia come tentativo da parte di dominatori di grecizzare i luoghi sia come tentativo di far coesistere e avvicinare due popolazioni di cultura diversa.

Con l’arrivo dei Normanni, probabilmente il monastero (“laura”) venne abbandonato e rimase l’immensa chiesa a memoria perenne dell’opera di cristianizzazione dei dominatori bizantini.

Monastero 1

Di questa chiesa resta la facciata posteriore con l’abside, inglobata  nel Monastero fatto costruire dai gambacorta 1622. I “limiti” dell’antica chiesa sono ancora ben distinguibili nel muro meridionale del monastero e ci permettono verificare come l’antica chiesa avesse dimensioni davvero considerevoli.

Monastero 2

La parte più interessante resta l’abside che, nonostante sia stato “violentato” con la apertura di due finestre, conserva piccoli segreti che potrebbero aiutare a meglio conoscere la storia dei luoghi. Sono particolari che difficilmente si notano vista la considerevole altezza dell’abside e la sua lontananza dalla vicina strada. Anche per me è stata una piacevole scoperta.

Le lesene dell’abside, infatti, conservano decorazioni e incisioni molto interessanti. Accanto a motivi geometrici e floreali, in qualche caso molto elaborati, si notano anche due figure umane e una croce “greca”.  Interessante, ma da decifrare, è la scritta incisa in una delle lunette, come pure quella presente su una delle pietre di una lesena.

PARTE SINISTRA DELL’ABSIDE

Abside sx

2 lesena

PARTE DESTRA DELL’ABSIDE

Abside dx

La varietà e la disposizione delle decorazioni fanno pensare più ad un riciclo di materiale proveniente da precedenti costruzioni che ad un progetto unitario.

Per  quanto detto in precedenza si potrebbe ipotizzare che le pietre “decorate” provengano  dai luoghi sacri della laura bizantina “sacrificati” per la costruzione della chiesa. Se tale ipotesi risultasse vera ci troveremmo davvero di fonte ad un luogo di grande interesse sia dal punto di vista storico che religioso.

Stefano Gesualdi