Il Tratturo Regio Lucera-Castel di Sangro

Nell’Antiquarium  è conservato uno dei cippi che segnavano il percorso lungo le antiche vie della transumanza: i tratturi.

cippoIl Tratturo è il nome con cui si indicava  la strada percorsa dai pastori e dai propri animali per spostarsi e raggiungere stagionalmente due regioni geografiche e climatiche diverse: in autunno verso le pianure più calde della Puglia, in primavera verso le montagne più fresche di Abruzzo e Molise che offrivano pascoli verdi e abbondanti. La transumanza era quindi una forma di pastorizia basata sullo sfruttamento di pascoli lontani ed essenzialmente complementari tra di loro e nell’arco dell’anno doveva essere attuata, per forza di cose, grazie a questi collegamenti, vere e proprie “autostrade verdi” funzionali a tale scopo. I Tratturi e la Transumanza sono legati a filo doppio: uomini e greggi alla ricerca di cibo, piste e itinerari di collegamento.

Per il ruolo svolto sin dall’antichità, i tratturi hanno assunto un ruolo molto importante  per decifrare la storia delle regioni appenniniche centro-meridionali dell’Italia.

In epoca romana il Tratturo divenne vera e propria arteria di comunicazione, organizzato, e in qualche caso deviato, per meglio agevolare le comunicazioni tra i centri dell’impero: vennero costruiti ponti, taverne e centri di pernottamento attorno ai quali sorsero nuovi centri e cittadelle. Lo sviluppo però del moderno Tratturo lo si deve agli Aragonesi, dopo un periodo di scarso utilizzo e di relativa decadenza dovuta principalmente alla caduta dell’Impero Romano.

transumanza

Fu con Alfonso I d’Aragona nel 1447 che fu istituita la Dogana della Mena delle pecore, prima a Lucera e ben presto a Foggia.

La  dogana regolamentava il settore agricolo, l’allevamento e la transumanza del Tavoliere delle Puglie e permetteva la riscossione dei proventi derivanti dalla transumanza e dal diritto di pascolo (o fida), dai pastori i cui armenti svernavano in Puglia. La dogana assicurava uno dei principali cespiti dell’erario del Regno di Napoli.

Tratturo-Lucera-Castel_di_Sangro (1)Il Tavoliere pugliese divenne in buona parte, ma non tutto, un immenso pascolo a disposizione del demanio regio, diviso ed organizzato in “Locazioni” e “Poste” progettate in modo da essere date di anno in anno in affitto ai “Locati”, i proprietari delle greggi. Questi ultimi potevano essere privati, come famiglie nobili e baroni, ma anche enti ecclesiastici come i grandi conventi abruzzesi o molisani.

C’erano ovviamente le greggi reali come, nell’antica Roma, erano esistite quelle appartenenti all’imperatore. La Transumanza verso la Puglia divenne obbligatoria, a fronte però di una serie di elementi e condizioni che resero estremamente redditizio l’allevamento ovino il quale, difatti, nei decenni successivi (e soprattutto nei secoli sedicesimo e diciassettesimo) conobbe una crescita notevole fino a raggiungere a metà del ‘600 dimensioni numeriche mai viste in tutte le epoche precedenti. Uno degli elementi di successo del sistema era la rete stradale che lo stesso Alfonso decise di riorganizzare in maniera eccelsa: nacque così la sterminata rete costituita dai grandi tratturi e dalle loro diramazioni e collegamenti. Una immensa rete viaria, principale e secondaria, di cui ampie tracce sono giunte fino ai nostri.

Fu soppressa durante l’occupazione francese del Regno di Napoli con una legge promulgata da Giuseppe Bonaparte il 21 maggio 1806. A Foggia il palazzo della Dogana è ancora visibile in piazza XX Settembre.

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Il tratturo che interessa  il territorio di Celenza Valfortore è il “ Lucera – Castel di Sangro. Aveva una lunghezza di 130 km e partendo da Castel di Sangro (Abbruzzo) attraversava i territori di molti comuni del Molise (Rionero Sannitico, Forlì del Sannio, Roccasicura, Carovilli, Pescolanciano, Civitanova del Sannio, Duronia, Torella del Sannio, Castropignano, Oratino, Ripalimosani, Campobasso, Campodipietre, Toro, Pietracatella, Gambatesa, Tufara) e della Puglia ( celenza Valfortore, San Marco La Catola, Volturara Appula, Motta Montecorvino, Volturino, Alberona, Lucera).

Parte dell’antica sede del Regio Tratturo è oggi occupata dalla SS17 e della taverna che asserviva il tratturo restano solo pochi ruderi. Essa era situata nelle vicinanze del Ponte 13 archi ed è ben visibile in una vecchia foto scattata durante il ventennio fascista.

taverna

 Stefano Gesualdi