Nascita ed evoluzione Poste e Telegrafi dall’Unità d’Italia ad oggi

La memoria storica, per quanto fugace, ci consegna una certezza: il servizio reso dalle Poste Italiane apre un mondo nuovo nel contesto dell’Italia monarchica e repubblicana. In tale ambito s’inserisce la nostra narrazione fatta di storie di emancipazione femminile, modernità tecnologica e diffusione culturale.

Nel 1862, nel Regno d’Italia appena costituito, nascono le Regie Poste ma a Celenza Valfortore, piccolo comune in provincia di Foggia, la corrispondenza viene consegnata al Municipio due volte la settimana dal procaccia a cavallo facente capo all’ufficio di Castelnuovo della Daunia che, a sua volta, la ritira dalla sede di San Severo. Il Sindaco affida la consegna domiciliare ad un impiegato comunale che, ben presto, verrà sostituito da un privato sulla base di una prestazione d’opera a natura fiduciaria.

Il primo novembre 1871 viene istituito l’ufficio postale, diretto da Michele Del Po. Nel 1877 l’ufficio telegrafico, diretto da Giacinto Iacaruso, include la linea Celenza-Lucera ampliatasi nel 1904 con il collegamento al Molise. Ben presto il servizio postale sarà espletato quotidianamente: toccherà a Felice Calabrese e Michele Suozzo lo scambio della corrispondenza con gli scali ferroviari di Lucera e di Campobasso fino al 1912 quando il servizio passerà alle società automobilistiche Guacci e Del Trigno di Campobasso, prima di cederlo alla SITA di Foggia.

In tale contesto si sviluppa la storia della prima postina di Celenza Valfortore, “comare Mariuccia D’Amico”. Dalla prima guerra mondiale, quando gli uomini sono richiamati al fronte, cadono in battaglia o risultano dispersi, è lei a garantire il prelievo e la consegna della corrispondenza.

Nel 1954, con un progetto moderno del Sindaco Nicola Sprotetto, l’Ufficio Postale viene allestito al piano terra della sede Municipale, già convento seicentesco di Santa Maria delle Grazie, nel borgo Sant’Antonio con accesso dal chiostro che per l’occasione è trasformato in passaggio pedonale. Il Monastero è stato riattato a locale pubblico e, presumibilmente, la ruota dei proietti a buca d’impostazione: la nuova struttura presenta arredi essenziali e pianta organica esigua ma nell’ambiente si percepisce disponibilità e cortesia; è attigua all’Esattoria Comunale e complanare alle scuole medie obbligatorie dal 1962 ma presto dovrà dimenticare il suono della campanella e le voci degli studenti per cedere il suo spazio alla sezione locale dell’Ufficio di collocamento. Nella foto tra guller, timbri, tamponi, calamai e casellario: Agnese Rossi, Giuseppe Zurlo, Domenico Del Po, Giovanni Ruggiero, Pietro Gesualdi e Aldo Venditto.

Così, nel 1964 l’ufficio postale viene trasferito nei locali di una moderna palazzina in Via Regina Margherita, al civico 4, adiacente la Caserma dei Carabinieri, tra l’abitazione destinata alla famiglia del maresciallo e il Cinema Venditto, di fronte alla villa comunale nei pressi della centrale piazza Gramsci. Il contratto di locazione, stipulato tra Saverio Venditto e la Direzione Provinciale di Foggia, è ancora vigente e si basa su standard di qualità e ubicazione ottimale equidistante dal centro storico e dalla periferia urbana.

Lo stabile presenta linee architettoniche ancora attuali ed è dotato di ogni confort: gli arredi riprendono il design aziendale e sono dotati di sistemi di sicurezza e videosorveglianza. Tuttavia un tentativo di furto nel 1965 è stato sventato, nel 1998, invece, ha fruttato qualche milione di lire ai malviventi e tanto spavento agli addetti ai lavori.

Nella recente storia professionale si menzionano direttori e impiegati: Battista Iosa, Netta Laccone, Pasquale Gelsi, Natalina Ruggiero, Pinuccia Fratta, Giuseppina Candeloro, Giovanna Abiuso e Concetta Di Vito alle prese con la digitalizzazione dei servizi erogati quali spedizioni, pagamenti, prelievi e incassi.

Si ricordano i portalettere dal passo spedito Luigi Rossi, Nicola Bruno, Nicola Gesualdi e Antonio Tomaro sempre con la borsa a tracolla ricolma di cartoline, lettere e telegrammi; non va dimenticato Michele D’Alena, che presta il volto alla pubblicità aziendale.

La nostra storia continua: il presente, figlio del passato e padre del futuro, racconta nascita ed evoluzione del servizio postale nel nostro paese sullo sfondo dell’Italia con le sue trasformazioni politiche, sociali e culturali.

 

Testi Lucia Magaldi, grafica Elio Venditto
foto archivio Archeoclub — immagini web

 

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