Molino dei Gambacorta

Questa vecchia foto ritrae tutto il complesso del molino Dabbasso,  fatto costruire  nel 1565 da   Carlo Gambacorta di Giampaolo (1546 – 1598).

Molino

Dal Tavolario Galluccio – Apprezzo della Terra di Celenza e del suo Casale di Carlentino nel 1702 –  sappiamo che esso  consisteva in un locale con due macine. Annesso  al molino vi era l’opificio della Valchera che consisteva in una a macchina alimentata ad acqua che faceva cadere grossi magli sulle stoffe, trattate con acqua, sapone, argilla, per purgarle di ogni impurità.
Dietro alla Valchera vi era la cosiddetta torre, il luogo cioè da cui cadeva l’acqua raccolta che alimentava le macine.

GambacortaL’acqua veniva presa dal fiume Fortore tramite un sistema di captazione  e un canale, chiamato “varraone” lungo poco più di 2 Km e ricadente in territorio di Gambatesa.
Poco distante dal molino sulla sommità di una collinetta sorgeva la Masseria del Molino  o Casone che fungeva anche da taverna.

Di tutto il complesso restano pochi ruderi che affiorano quando le acque del Lago di Occhito si ritirano. Tra le macerie è stato ritrovato parte dello stemma gentilizio di Carlo Gambacorta  di Giampaolo, sistemato ora presso una civile abitazione a Celenza.

Di seguito, oltre alla visione d’insieme riportata su un’ortofoto,  sono riportate le immagini di ciò che resta delle antiche strutture.

ortofoto

capta

 

Molino-e-taverna