La Porta scomparsa di Sant’Antonio

Nel periodo bizantino e longobardo, Celenza vantava quatto porte di accesso al centro abitato: Porta Nuova, San Nicola, Portella e il “Supportico”, sostituito nel periodo angioino dalla Porta di Borgo Sant’Antonio.
Le espansioni urbanistiche non hanno modificato due dei quattro accessi. Sappiamo che Porta San Nicola e Porta Nuova, già parte del circuito bizantino (XI secolo) vennero riedificate rispettivamente nel XVII e nel XVI secolo. La Portella non è più visibile nell’attuale via Colombo. Il “Supportico” – con il suo distintivo passaggio coperto a travi – venne invece inglobato nell’abitato, perdendo qualsivoglia funzione difensiva, sostituito nel XIV secolo da Porta Sant’Antonio, a valle di via Generale d’Armata Carlo Rossi.

Questo nuovo e importante accesso delle mura angioine è descritto nel Tavolario Galluccio – Apprezzo della Terra di Celenza e del suo Casale di Carlentino (1702) con stile “gotico” lungo una “strada lastricata di brecce”.

 

 

Peccato che l’arco a sesto acuto risulti assente in una fotografia dei primi anni del Novecento. Possiamo pertanto affermare che l’arco gotico del “Supportico” costituiva l’arco originario della Porta di Sant’Antonio, demolita dopo il 1702 e ricostruita con arco a tutto sesto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Lo spostamento degli elementi gotici nella struttura del “Supportico” ha affiancato un arco in stile gotico ad un secondo arco a tutto sesto, non coevo né stilisticamente coerente: un unicum figlio del caso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non bastasse, Celenza perde la Porta di Sant’Antonio nel luglio del 1925 a causa dei lavori di rifacimento della pavimentazione dell’odierna via Generale d’Armata Carlo Rossi. Il secondo accesso smarrito dopo la Porta del Muro Rotto, edificata nel XVIII secolo tra il “Supportico” e la Porta San Nicola.

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